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 Ferrandina: cenni storici (di Padre Carlo Palestina)

Sarebbe poco gratificante per i popoli, a cominciare dagli Enotri nell'VIII secolo a.C., che sono penetrati nelle zone interne della nostra regione seguendo i corsi fluviali, non rimanere colpiti da un sito che, per la sua conformazione geologica e per la posizione strategica, consentiva una posizione dominante sulla Valle del Basento, e fino al mare.

E sarebbe davvero, al dir poco strano, che Ferrandina abbia dovuto aspettare, per millenni, l'intuito di Federico d'Aragona per nascere nel 1494.

Massimo rispetto per le interpretazioni date in antecedenza alla storia di Ferrandina dagli studiosi che ci hanno preceduto, ma ad una critica storica serena appare evidente che le credute certezze vengono incrinate dai fatti, e da una lettura rigorosamente scientifica dei documenti di indubbio valore che abbiamo ritrovato nei vari archivi, e in particolare l'Archivio di Stato di Napoli, che avallano la nostra tesi.

Siamo convinti che non è stato facile avere il coraggio di presentare una nuova, e rivoluzionaria, lettura della storia di Ferrandina, che avrebbe certamente contrastato la tradizione popolare che vuole identificare il castello di Uggiano con la "Franatile vecchia", e accettare che invece è Ferrandina la "Uggiano vecchia".

Obelano - Uggiano - Ferrandina sono soltanto le variazioni fonetiche con le quali viene denominato il toponimo, ma tutte stanno ad indicare, sempre e solo, il medesimo sito.

L'unica colpa che si può attribuire ai nostri antenati, è che sono stati costretti, per necessità geofisica e storica, ad una continuità insediativa del centro, e ad incidere con i vari insediamenti su precedenti presenze, e questo ha impedito, e riduce tuttora, le possibilità di ricerca archeologica, e accettare la conferma dei pochi, ma determinanti, reperti venuti casualmente alla luce.

A fermarsi, per esigenza di spazio, al periodo bizantino, tralasciando un altro millennio di storia, il castello di Oblano assume le caratteristiche di una struttura più consistente per garantire difesa e protezione del centro abitato di Oblano, che rimaneva l'unico impedimento all'avanzata delle bande dei saraceni. Il catepano Basilio Bojannes nel 1018, intento ed estendere il dominio dell'impero bizantino, costruisce la città di Troia, inizia la rinascita di Melfi e con la "Parva Troia" sulla parte dominante della cittadella, rende Oblano un caposaldo bizantino, che cede solo nel 1068 a Roberto il Guiscardo.

L'importanza di Uggiano si evidenzia dalla tassazione focatica del 1277, nella quale risulta la quinta università di Basilicata con 404 fuochi, cedendo solo a Montepeloso, Melfi, Venosa e Potenza. Non è possibile sostenere ancora che una popolazione, di oltre due mila abitanti, abbia potuto trovare collocazione abitativa sugli scoscesi pendii intorno al castello di Uggiano.

E neppure si può accettate, con il "mito" del terremoto del 1456, ed è noto quanto abbia influito il vittimismo delle università per ottenere aiuti dal re di Napoli, che una popolazione abbia atteso per 40 anni una nuova ubicazione abitativa.

E pertanto sosteniamo con fermezza che il 1494 è solo la data della morte di re Ferrante. Federico d'Aragona, incoronato re nel 1497, abbia voluto chiamare con il nuovo nome di Ferrandina la città, che Ferrante aveva voluto incrementare, per pura gratitudine verso il re Ferrante, o più probabilmente verso Ferrendino, morto giovanissimo, che aveva lasciato aperta la strada a Federico d'Aragona di impossessarsi del regno e dei beni dell'università.

La conferma si ha proprio nel 1497, quando il percettore Jacobo de Januario registra la tassa dell'università con la dicitura "Ogiano nomine Ferrandina", ma rimane solo una conferma burocratica dell'avvenuto cambio del nome, perché la certezza dell'identità di Uggiano con Ferrandina deriva solo dall'analisi critica dei documenti studiati.

Non è un caso che la nostra opera, in cinque volumi, presentata nel 1994, in occasione del V Centenario della "presunta" fondazione di Ferrandina, sia stata dalla giuria ritenuta meritevole, per la saggistica, del "Premio Letterario Basilicata 1995".

 

Padre Carlo PALESTINA

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